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Andrà a processo l'ideatore della cannabis light in Italia. "Così si rischia la fine di un intero settore"

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Nel 2017 lancio la marijuana legale Ora, anche a causa di leggi poco chiare, finisce a giudizio per detenzione e spaccio. "Interpretazioni diverse a seconda delle procure".

L'ideatore della cannabis light in Italia è stato rinviato a giudizio per detenzione e spaccio di stupefacenti. Il processo, in caso di condanna, rischia di affossare lo sviluppo di un comparto, quello della cosiddetta marijuana legale, che dal 2017 ad oggi nello Stivale ha creato oltre 10mila posti di lavoro e centinaia di milioni di euro di introiti.
 
Quattro anni fa, Luca Marolaparmigiano proprietario del Canapaio Ducale, ebbe l'intuizione di sfruttare la legge del 2016 relativa alla canapa: fra le righe di quel testo infatti  non si parlava nello specifico dei fiori della pianta, così si aprì la possibilità di dar via a un mercato delle infiorescenze di cannabis con valori "legali", ovvero di Thc inferiore allo 0.2%. Marola lanciò Easyjoint e altri imprenditori lo seguirono: fu un boom. In pochi mesi la cannabis light, incentrata sulle proprietà del Cbd, metabolita con effetti  rilassanti, esplose in tutta Italia tra aperture di negozi dedicati e vendita online. Ovunque in pochi mesi si moltiplicarono gli store e il mercato dei derivati della cannabis raggiunse picchi importanti, con alcune società canadesi disposte persino ad acquisire le società italiane per milioni di dollari.

Due anni dopo però - in un contesto politico sia di tentativi di legalizzazione sia di demonizzazione di qualunque prodotto collegato alla cannabis - alcune Procure appellandosi al testo di legge, da tutti indicato come "poco chiaro" e incompleto, formularono accuse di spaccio nei confronti di chi commerciava la "light", equiparando di fatto la marijuana legale a droga. Fra queste anche la Procura di Parma che sequestra oltre 600 kg di erba legale a Easyjoint e costringe la società alla chiusura.

Altre, per esempio in Sardegna e in Sicilia, si sono mosse in modo simile, sequestrando la merce o chiudendo le attività. Da allora resta un "vuoto" legato a questo settore che ha portato di fatto a "permessi" diversi a seconda di regioni o città: in alcune la cannabis light viene tutt'oggi commercializzata, in altre ostacolata dalle inchieste giudiziarie. A Parma, dopo quasi due anni di attesa tra lockdown e rinvii, Marola a fine settembre - proprio mentre in Italia tornava alla ribalta il tema legalizzazione visto il successo del referendum sulla cannabis -  è stato rinviato a giudizio in un processo che inizierà il 15 luglio 2022.

continua su Repubblica: https://www.repubblica.it/cronaca/2021/10/16/news/a_processo_l_ideatore_della_cannabis_light_in_italia-322416272/?ref=RHTP-BH-I319608174-P2-S4-T1

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